L’Associazione Culturale Teatri&Culture
in collaborazione con
l’Associazione Culturale TICTO
e con il sostegno
dell’Associazione Luca
Coscioni e di Castelvecchi
Editore
presentano
EMANUELE
VEZZOLI
in
Ocean Terminal
dal romanzo Ocean
Terminal di Piergiorgio
Welby, Castelvecchi Editore
adattamento drammaturgico
Francesco Lioce
Luca Morricone
scene e costumi
Helena Calvarese
movimenti scenici
Gabriella Borni
produzione esecutiva
Alessandro Tartaglia Polcini
consulenza tecnica
Gennaro Paraggio
disegno luci
Marco Zara
contributi audiovisivi
Francesco Andreotti
Livia Giunti
foto di scena
Luigi Catalano
direzione organizzativa e
distribuzione
Carlo Dilonardo
direzione artistica
Giorgio Taffon
regia
Emanuele Vezzoli
2 – 3 – 4 Maggio 2012
DOMUS TALENTI - ORE
20.45
VIA DELLE QUATTRO
FONTANE, 113 – ROMA
Ingressi: Intero 16 € -
Ridotto 12 € (over 65 e studenti)
Info, Prenotazioni,
Contatti con la Direzione Artistica:
Carlo Dilonardo
Cell. (+39) 392.1505171
E-mail:
carlodilonardo@gmail.com
http://oceanterminal.blogspot.it/
Ufficio Stampa: Monica Soldano - Cell. 345/2127034 -
E-mail: stampaocean@yahoo.it
Ocean
Terminal è il titolo del volume di Piergiorgio
Welby pubblicato postumo e curato Francesco Lioce. “È un insieme di
prose spezzate che si riannodano a distanza o si interrompono proprio quando
sembrano preannunciare altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta
della malattia, fino all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando
attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una
stanza. In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e
volgari, Welby riavvolge il nastro della propria vita, adottando un linguaggio
babelico (stream of consciousness) che colpisce per originalità e potenza”. Da queste
bellissime pagine, di rara intensità, di scavo interiore, sintesi letteraria
dell’esistenza di questo importante intellettuale, pittore e fotografo, nasce
l’idea e l’esigenza di far conoscere, attraverso il palcoscenico, chi fosse. Un
condannato a vita in cui forte è
il conflitto tra l’abbandono della speranza e l’inno alla vita, in un corpo che diviene ogni giorno di più un abito
sgualcito e che, come in Lasciatemi morire, esprime
l’insofferenza di colui che assiste da spettatore a un dibattito di cui è,
invece, involontario protagonista.
Perché il
teatro
Come riportato dal direttore artistico del
progetto Giorgio Taffon nella sua recensione al libro di Piergiorgio Welby,
“Ocean Terminal costituisce anche una grande
sfida per i teatranti: un materiale drammaturgico di grande fascino per una
prova d’attore che richiede un approccio libero dai condizionamenti correnti e
meramente commerciali dell’attuale teatro italiano, un ritorno al teatro politico, al teatro della polis grazie
alla struttura verbale che nella sua vivezza, credibilità, efficacia e tensione
narrativa, dovuta alla profondità lancinante dei temi, costituiscono una base
di partenza decisiva. Anche a livello registico il proliferare libero
d’immagini, i giochi immaginativi, la totale libertà inventiva non possono che
trasmettere all’occhio e alla mente di un regista grandi suggestioni di
creatività scenica. Ritengo che la scelta di Ocean Terminal ai fini di
un’elaborazione teatrale si ponga inevitabilmente sul piano della tanto
invocata quanto poco praticata ricerca di un teatro davvero necessario”.
Anche per questi motivi,
sottolinea Emanuele Vezzoli la mia esigenza, come attore e regista, è quella di
rendermi il tramite attraverso cui trasferire la ricchezza del tesoro
Piergiorgio Welby agli altri uomini, raccogliendo la promessa fatta a
MinaWelby ed in accordo con quanto egli stesso afferma: “non esiste un’arte privata, un artista ha l’obbligo
morale di incidere sulla realtà”.
La voce di Welby potrebbe
rivivere incarnata sulla scena per pronunciare le ragioni prime ed ultime
dell’esistenza umana, per invocare l’empatia degli spettatori, per chiamare la
comunità civile alla discussione sugli interrogativi ultimativi e radicalmente
umani, per divenire interpreti ed attori del nostro stesso destino. Le nostre
associazioni, nello statuto costitutivo e nei lavori fin qui realizzati e
prodotti, hanno sempre voluto mettere in evidenza il valore civile del teatro,
fino alla necessità come uomini e artisti di creare un legame tangibile tra
poesia e vita quotidiana. Per questo, in seguito alla proposta di Francesco Lioce,
Luca Morricone, Giorgio Taffon ed Emanuele Vezzoli, Ticto &
Teatri&Culture si sono fatti promotrici dello straordinario ed ambizioso
progetto descritto, confidando nella sensibilità degli enti pubblici e privati.

Emanuele Vezzoli, dopo aver conseguito
il diploma presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio
Streheler, inizia la sua carriera con Franco Parenti e lavora con importanti
nomi dello spettacolo quali Franco Parenti, Valentina Cortese, Franco
Zeffirelli, Sergio Fantoni e Jean Paul Denizon al teatro Les Bouffes du Nord. Ha
recitato negli spettacoli Quel che sapeva
Maisie e Professor Bernhardi
diretti da Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano e in Le False Confidenze di Marivaux con Toni Servillo. Recentemente è stato
protagonista dello spettacolo La
bicicletta di Stanislavskij diretto da Giancarlo Sammartano e Dal Profondo di Annamaria Panzera.
Per il cinema ha lavorato con J. Taymor in Titus, S. Castellitto in Libero Burro, S. Casini in Un Paradiso di Bugie, G. Campiotti,
Souheil Ben Barka ne Les Amants de
Mogador, Anna Maria Panzera in L’Affare
Bonnard, Mauro Campiotti in Il
Cantico di Maddalena e Panus Agelopoulus in A Hero in Rome.
Tra le numerose fiction televisive di successo a cui
ha preso parte: I Cesaroni, Raccontami, Distretto di Polizia, Nero
Wolfe.
Dal 2008 collabora con l’Associazione
Teatri&Culture, firmando la regia de Gl’Innamorati
di C. Goldoni e, più recentemente, nel 2009 ha diretto Io, sola, ho visto di Giorgio Taffon ai Riverside Studios di Londra
riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica