MAGGIO 2008

IO, SOLA, HO VISTO
Giorgio Taffon

La rappresentazione è un monologo in versi che riprende la struttura metrica dei testi melodrammatici italiani.
Due sono i personaggi sulla scena, due giovani donne, delle quali una sola parla. Parla alla sua compagna, agli spettatori e a se stessa. E' chiaramente una donna del sud dell'Italia che è consapevole della violenza che può diventare un inevitabile destino, che può impedire ad una persona di agire liberamente con le giuste intenzioni e di comportarsi correttamente verso gli altri.
E' un esasperato soliloquio sull'orlo di un'incurabile disperazione; una cupa rassegnazione. O forse è il racconto di un orribile sogno, di un folle incubo. O forse è solo un appello rivolto a se stessa e a chiunque altro la vorrà ascoltare, in cui le parole sembrano trasformarsi in un inno alla vita e all'amore

GIORGIO TAFFON

A ritroso nella storia passando per il melodramma e approdando alla tragedia greca, questa "voce" alimenta il coro di quei personaggi accomunati da una radice culturale antica, mediterranea, dove certo "potere" ancora oggi rimanda alla famiglia degli Atridi. Il supplizio Tantalico che le affido è costringerla a testimoniare in eterno quello che "Lei sola ha visto".
LELE VEZZOLI